- TOTAL PRESTIGE ( http://www.totalprestige.com/intro.html): definito per l'appunto il social network per nababbi. Si tratta dell'equivalente per le élite di Facebook e MySpace. Si viene ammessi solo su invito di uno degli attuali 637 iscritti ricchissimi che, in questo privilegiato luogo, chiacchierano di business, charity, glamour e entertainment, come nella migliore tradizione dell'high-society, senza dimenticare quel po' di impegno filantropico che serve a scrollarsi di dosso i sensi di colpa.
- GIGPARK (http://www.gigpark.com/homepage/see_who_your_friends_recommendmmend): è la risposta a quanti sono alla ricerca di un dentista o un medico di fiducia ma anche di un idraulico o elettricista non esoso e con comprovata esperienza nel fornire servizi domestici rapidi e di qualità. Ma è anche la risposta a dentisti, medici, idraulici, elettricisti ed altri professionisti che sanno quanta difficoltà comporti trovare nuovi clienti semplicemente sulla base di iniziative marketing e promozionali su clienti sempre più scettici e esigenti.
Con GigPark ora il lavoro viene svolto dal passaparola da e tra i clienti stessi. Il meccanismo è quello del social networking: è sufficiente crearsi un profilo e ogni utente può parlare bene ( o male ) di una prestazione ricevuta da un professionista e raccomandarne i servizi o segnalare i problemi incontrati per la mancata professionalità o qualità sperimentata. - MAGMARK (http://www.orlandotm.com/magmark/): Creato da Orlando Merone, è una soluzione Web 2.0 di social bookmarking che mette a disposizione in rete elenchi compositi di segnalibri suggeriti dgli utenti. Il nome del dominio e del progetto in rete deriva dall'unione dei due termini magazine e bookmarking ed ha come obiettivo lo sviluppo in rete di uno strumento che possa esse utilizzato per promuovere la creativà in rete ma anche per informare, condividere idee e visioni, suggerire e ispirare nuove mode e progetti, far emergere e conoscere nuovi trend-setters. Lo si fa con il tipico approccio partecipativo Web 2.0: si crea, si pubblica, si condivide, si vota una collezione di riviste online con l'intento di partecipare in modo collettivo ad un processo di promozione, informazione e comunicazione.
venerdì 19 dicembre 2008
SOCIAL SOFTWARE
Di seguito elenco i link di tre social software:
L'ASCOLTO ATTIVO
L'ultima volta ho parlato di uno dei 5 assiomi della comunicazione ("NON SI PUO' NON COMUNICARE") e ho concluso dicendo che spesso genitori e insegnanti non vedono o non vogliono vedere e ascoltare i numerosi segnali dei loro ragazzi, segnali di aiuto che spesso vengono comunicati attraverso gesti, sguardi, movimenti...
A riguardo vorrei introdurre il tema dell' ASCOLTO ATTIVO, in quanto credo che un buon utilizzo di questa tecnica da parte di genitori e adulti potrebbe aiutarli a captare più facilmente le problematiche di questi giovani.
L'ascolto attivo, infatti, è la capacità di porre attenzione alla comunicazione del proprio interlocutore, in modo empatico. Esso, cioè, si fonda sulla creazione di un rapporto positivo, caratterizzato da ''un clima in cui una persona possa sentirsi empaticamente compresa'' e, comunque, non giudicata. In questo modo è possibile stabilire rapporti di riconoscimento, rispetto e apprendimento reciproco. Per diventare ''attivo'', l'ascolto deve essere aperto e disponibile non solo verso l'altro e quello che dice, ma anche verso se stessi, per ascoltare le proprie reazioni, per essere consapevoli dei limiti del proprio punto di vista e per accettare il non sapere e la difficoltà di non capire.
La Sclavi ha stilato le "Sette Regole dell'Arte di Ascoltare'' (Sclavi Marianella Arte di ascoltare e mondi possibili Le Vespe Milano 2000):
A riguardo vorrei introdurre il tema dell' ASCOLTO ATTIVO, in quanto credo che un buon utilizzo di questa tecnica da parte di genitori e adulti potrebbe aiutarli a captare più facilmente le problematiche di questi giovani.
L'ascolto attivo, infatti, è la capacità di porre attenzione alla comunicazione del proprio interlocutore, in modo empatico. Esso, cioè, si fonda sulla creazione di un rapporto positivo, caratterizzato da ''un clima in cui una persona possa sentirsi empaticamente compresa'' e, comunque, non giudicata. In questo modo è possibile stabilire rapporti di riconoscimento, rispetto e apprendimento reciproco. Per diventare ''attivo'', l'ascolto deve essere aperto e disponibile non solo verso l'altro e quello che dice, ma anche verso se stessi, per ascoltare le proprie reazioni, per essere consapevoli dei limiti del proprio punto di vista e per accettare il non sapere e la difficoltà di non capire.
La Sclavi ha stilato le "Sette Regole dell'Arte di Ascoltare'' (Sclavi Marianella Arte di ascoltare e mondi possibili Le Vespe Milano 2000):
- Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.
- Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista.
- Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva.
- Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.
- Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti,perché incongruenti con le proprie certezze.
- Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.
- Per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l'umorismo viene da sè.
venerdì 12 dicembre 2008
"NON SI PUO' NON COMUNICARE"
Ho appena commentato un post di Carlotta (http://comunicazioneeducativa.blogspot.com/) e vorrei riportare anche qui la mia riflessione.
Sono rimasta colpita dalla frase "non si può non comunicare", che tra l'altro è uno dei 5 assiomi della comunicazione, cercando di capire se sia effettivamente così nella realtà.
Beh, si è effettivamente così! Vuoi o non vuoi noi comunichiamo sempre qualcosa, non soltanto con le parole (comunicazione verbale), ma anche con quella che viene chiamata comunicazione non verbale, ossia attraverso gesti, movimenti, sguardi, atteggiamenti, postura... insomma con tutto il nostro corpo e modo di porsi.
Ma questa fondata verità mi ha fatto nascere un dubbio a proposito dell'argomento che sto trattando: se si comunica sempre, perchè i genitori e i docenti non riescono ad accogliere i segnali comunicativi dei loro ragazzi? Il bullismo e l'aggressività sono segnali di rabbia, l'anoressia è un segnale di paura e di ansia, la droga è un segnale di aiuto...
Genitori e insegnanti sanno che esistono questi fenomeni e sanno che i loro ragazzi sono colpiti direttamente e anche indirettamente, eppure la situazione sembra stabilizzata su questa anormalità. Loro sanno ma non vedono o non vogliono vedere e ascoltare i segnali dei loro ragazzi.
Allora, riprendendo il discorso di Carlotta, dico che è vero che "non si può non comunicare", ma è altrettanto vero che a volte non ci sono feedback da parte dei genitori e degli insegnanti a questi innumerevoli segnali.
martedì 9 dicembre 2008
PROGETTO DI FORMAZIONE
E arriviamo al dunque: come si potrebbe svolgere un progetto di formazione degli adulti in campo scolastico?
Ho visitato qualche sito molto interessante, ma uno mi ha colpita più di tutti perchè centra bene l'argomento che sto trattando. Il sito è http://www.istitutocomprensivoanzola.it/formazione%20scuola_famiglia.htm.
Cliccando su >progetto verrà visualizzato il "Progetto Anzola Emilia" creato dall' Istituto Comprensivo di Anzola, un percorso formativo che ha visto impegnati genitori e insegnanti sulle problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il progetto ha previsto 4 gruppi di lavoro che hanno discusso i seguenti temi:
Ho visitato qualche sito molto interessante, ma uno mi ha colpita più di tutti perchè centra bene l'argomento che sto trattando. Il sito è http://www.istitutocomprensivoanzola.it/formazione%20scuola_famiglia.htm.
Cliccando su >progetto verrà visualizzato il "Progetto Anzola Emilia" creato dall' Istituto Comprensivo di Anzola, un percorso formativo che ha visto impegnati genitori e insegnanti sulle problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il progetto ha previsto 4 gruppi di lavoro che hanno discusso i seguenti temi:
- autonomia/dipendenza
- rapporto adulti-giovani
- trasgressività
- ciò che i ragazzi non dicono (il rapporto tra pari)
A proposito di gruppo di lavoro vi suggerisco di visitare il blog di Emma http://formazionedelpersonale.blogspot.com/ e quello di Andrea http://formazioneoggi.blogspot.com/.
IL RUOLO DEL FORMATORE
Spero di non essere stata troppo arrogente e presuntuosa nel precedente post. Io figli non ne ho e non metto in dubbio quanta fatica ed energia si spenda per educarli. Per questo motivo non voglio giudicare male tutti i genitori e insegnanti, ma sono sicura che certi di questi farebbero meglio ad allevare e ammaestrare piccioni piuttosto che crescere ed educare ragazzi, almeno così facendo farebbero meno danni.
Sono fermamente convinta delle mie parole e credo sia compito di noi futuri formatori far riflettere e dare degli efficaci strumenti a genitori e docenti affinchè loro stessi possano essere dei buoni formatori per i loro figli e allievi.
A questo proposito potete comprendere meglio il significato di "formatore" e soprattutto il ruolo e i suoi principali compiti visitando il blog di Angela http://angela-pensierieparole.blogspot.com/.
L'idea che personalmente ho del formatore in un progetto di formazione degli adulti nell'ambiente scolastico riguarda fondamentalmente la riflessione, attività di gruppo e strumenti/strategie di "cambiamento" (ma questo lo vedremo un'altra volta).
Sono fermamente convinta delle mie parole e credo sia compito di noi futuri formatori far riflettere e dare degli efficaci strumenti a genitori e docenti affinchè loro stessi possano essere dei buoni formatori per i loro figli e allievi.
A questo proposito potete comprendere meglio il significato di "formatore" e soprattutto il ruolo e i suoi principali compiti visitando il blog di Angela http://angela-pensierieparole.blogspot.com/.
L'idea che personalmente ho del formatore in un progetto di formazione degli adulti nell'ambiente scolastico riguarda fondamentalmente la riflessione, attività di gruppo e strumenti/strategie di "cambiamento" (ma questo lo vedremo un'altra volta).
venerdì 5 dicembre 2008
GENITORI E INSEGNANTI: C'E' POSTA PER VOI!
Mi rivolgo a voi che li mettete al mondo con tanta gioia e felicità
e a voi che avete ricevuto il sacro dono (o l'amara espiazione) dell'insegnamento;
mi rivolgo a voi che li vedete nascere, crescere e correre (come dice lo spot della Pampers)
e a voi che spiegate loro che l' "h" davanti alla "a" non è una esclamazione, ma la terza persona singolare del verbo avere;
mi rivolgo a voi che li guardate negli occhi e siete sicuri che vi stanno dicendo la verità (illusi)
e a voi che amorevolmente insegnate che il 3x2 non è un'offerta sui biscotti, ma una moltiplicazione;
mi rivolgo a voi che riponete in loro mille aspirazioni per il futuro
e a voi che insegnate la grammatica italiana e trasmettete la passione per la lettura (sapendo che sms, google, blog, facebook... rovineranno tutto).
Mi rivolgo a voi cari genitori e cari insegnanti e vi dico: è ora di ritornare alla buona, vecchia sana educazione!!
Troppi adolescenti brufolosi hanno preso il sopravvento su di voi, bisogna ristabilire la gerarchia dei rapporti educativi.
Ma non si può partire da loro, è necessario partire da voi perchè siete voi adulti che avete (ormai perso) il potere su di loro.
Voi potete concedere o sottrarre, redimere o punire, lasciare o fermare... voi potete ma non lo fate! Mi chiedo: PERCHE'?
Nadia
FORMAZIONE ADULTI
In questo secondo post vorrei spiegare brevemente l'argomento del mio blog.
Come si evince già dal titolo, vorrei analizzare, discutere e dialogare sulla formazione degli adulti. E' un argomento senz'altro molto ampio e a volte complesso, quindi darò un taglio tutto mio, soffermandomi sulla formazione degli adulti nell'ambiente scolastico. Mi spiego meglio: vorrei trattare della formazione verso genitori e insegnanti di allievi della scuola secondaria.
Come si evince già dal titolo, vorrei analizzare, discutere e dialogare sulla formazione degli adulti. E' un argomento senz'altro molto ampio e a volte complesso, quindi darò un taglio tutto mio, soffermandomi sulla formazione degli adulti nell'ambiente scolastico. Mi spiego meglio: vorrei trattare della formazione verso genitori e insegnanti di allievi della scuola secondaria.
Questo perchè a fronte delle numerose notizie di bullismo, droga, aggressività, anoressia, suicidio e, purtroppo, tanto altro, io punto il dito contro i primi formatori ed educatori di questi ragazzi: i loro genitori e i loro docenti. Credo, quindi, che per arginare questi fenomeni (che a volte sembrano addirittura una moda adolescenziale passeggera) bisognerebbe partire dagli adulti più vicini a loro.
Sono fermamente convinta che la formazione di genitori e insegnanti non sarebbe solo un modo per dare loro conoscenze e strumenti per fronteggiare queste gravi situazioni, ma sarebbe anche l'occasione per ristabilire quel rapporto scuola-famiglia di cui tanto parlano i pedagogisti.
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